SALESIANI COOPERATORI - MONSERRATO

Il laboratorio è una delle attività svolte dai Salesiani Cooperatori, non è realtà a se stante ma:

1. è parte integrante dell’Associazione, opera in un Centro unico in simbiosi con tutti i Cooperatori, partecipando a tutte le iniziative religiose, formative e ricreative;

2. una sua rappresentante (Salesiana Cooperatrice, mentre al Laboratorio possono partecipare anche non Cooperatori) è eletta nel Consiglio e comunica agli altri consigliere le iniziative e le esigenze del Laboratorio;

3. il lavoro manuale deve essere accompagnato da un momento di spiritualità e da un momento di riflessione sul PVA, sulla Strenna del Rettor Maggiore o su altro documento dell’ASC;

4. nel laboratorio si vivono rapporti affettuosi e solidali;

5. partecipano alle attività del laboratorio anche elementi maschili con lavori di pittura, intaglio, giardinaggio e altro;

6. poiché per buona parte, i cooperatori dei laboratori sono di età medio-alta, è auspicabile valorizzare le capacità di tutti, qualunque sia l’età o la condizione fisica;

7. i proventi del lavoro sono devoluti a favore delle attività del campo giovanile, secondo lo specifico del carisma salesiano: nelle missioni di Cooperatori, SDB e FMA, nelle case di accoglienza del proprio territorio, negli oratori, ecc. le decisioni in merito vengono prese collegialmente e unicamente dal Consiglio Locale del Centro in cui opera il laboratorio;

8. una parte adeguata degli utili deve essere inviata per la solidarietà economica dell’Associazione attraverso i vari livelli organizzativi;

9. nei centri di Salesiani Cooperatori, per operare con serenità e profitto, bisogna superare ogni eventuale contrasto, ogni contrapposizione, bisogna ascoltare, riflettere, comprendere, rispettosi del punto di vista di ciascuno.

Nel 1846 la mamma di don Bosco, Margherita Occhiena, dietro il pressante invito di suo figlio, lasciò l’amata casetta dei Becchi per trasferirsi nella nascente opera di don Bosco a Torino, dove aiutare Giovannino nell’accogliere i primi “oratoriani”. Attirati dal cuore paterno di don Bosco molti orfani bussarono alla porta di Valdocco e presto Margherita divenne la “Mamma” di tutti quei poveri giovani così come il figlio ne era divenuto il “Padre”. Dopo la morte di Mamma Margherita, altre signore premurose e generose si adopreranno per dare ospitalità, cucinare, lavare, stirare, rattoppare, …insomma per tutte le attività proprie di una mamma. Don Bosco scriveva nel 1847: “ai Cooperatori Salesiani si è aggiunta la categoria delle cooperatrici, donne di famiglia cospicue e delicate che lavano, rattoppano camicie e calzoni dei poverelli”.
Successivamente anche Madre Mazzarello riuniva le prime Figlie di Maria Ausiliatrice per cooperare nel rammendare, rattoppare e tenere in ordine i vestiti dei ragazzi di Don Bosco e delle orfane di Mornese. Nelle prime case salesiane si lavorava spesso in grandi ristrettezze economiche e le zelatrici o patronesse (così vennero chiamate le signore) raccoglievano soldi e cose utili organizzando “mostre missionarie”, allora molto popolari, per sostenere un’opera così grandiosa in costante espansione. Già dal 1950 si prende coscienza del Regolamento dei Cooperatori, ben definito da Don Bosco e le signore sentono forte l’esigenza di appartenere alla Famiglia Salesiana e chiedono di far parte dei Cooperatori: da quegli anni i Laboratori saranno dedicati a “Mamma Margherita” e diffusi in tutta Italia con questa cara denominazione. L’iniziativa negli anni subì un certo calo, ma rifiorì intorno al 1970 con l’apertura delle case salesiane alla presenza femminile. Si organizzarono vere e proprie Stanze di lavoro dove si confezionavano paramenti sacri, tovaglie per altari, tuniche per prime comunioni, abitini per battesimi, corredini per neonati; si producevano liquori e marmellate; si praticavano taglio, cucito, uncinetto, maglia, …la carità è vissuta con tenerezza e sollecitudine, si cercava di prevenire e prevedere le necessità. L’incremento di questi operosi Laboratori fu tale che si pensò ad un Convegno nazionale. I primi furono convocati a Torino, ma poi, dal 1990 furono celebrati a Roma – presso varie strutture ospitanti – e nel 2000, anno del Grande Giubileo, ci fu il sesto… e così via fino ad oggi. Le Mamme Margherita appartengono a tutte le fasce sociali, a tutti i livelli culturali, a moltissime e diverse professioni e a tutte le età: di loro si potrebbe dire quello che Raoul Follerau diceva di se stesso: ”da 50 anni ho sempre 20 anni”. I Laboratori possono definirsi “oasi di salesianità e fucina di carità”, in essi si esplica “un’attività contemplativa e una contemplazione orante”.

Nel Centro di Monserrato il Laboratorio Mamma Margherita esiste da tanto tempo basta dire che nel 1988 la coordinatrice Augusta Argiolas e alcune cooperatrici hanno partecipato a Roma all'esposizione dei lavori in occasione del centenario della morte di Don Bosco. Ieri come oggi ne fanno parte cooperatrici e altre persone che ne condividono lo spirito e le finalità. È coordinato da Annarosa Isola che fa parte del Consiglio.
Ci si incontra, nei locali della Casa delle FMA, una volta la settimana, il giovedì dalle 16 alle 18.30 per progettare i lavori da fare, verificare quanto facciamo, lavorare insieme e aiutarci vicendevolmente. Vista l'esiguità del tempo, ognuna di noi si impegna a portare avanti il lavoro a casa propria.
LABORATORIO MAMMA MARGHERITA
Alcune cooperatrici aiutano le bambine che frequentano il laboratorio di ricamo creato all'interno dell'oratorio delle FMA.
In ogni incontro è sempre presente un momento di preghiera: di solito recitiamo il Santo Rosario; questo fa si che anche le cooperatrici che, per vari motivi non lavorano, vivano con noi un momento di vera fraternità, amicizia e solidarietà.
Vengono eseguiti lavori di ricamo, cucito, uncinetto, maglia, e quanto si impara e ci sembra rispondere alle esigenze del momento ( ad esempio adesso stiamo eseguendo delle palle di natale con la carta o con il polistirolo, fiori di stoffa etc..); abbiamo eseguito due cesti per il neonato, delle bomboniere per 2 battesimi, 1 cresima e 1 matrimonio e anche dei costumi per una rappresentazione parrocchiale. Anche lo stendardo di Don Bosco è stato completamente eseguito nel laboratorio.
I lavori vengono messi in mostra due volte l'anno (a Natale e a Pasqua) in un mercatino di solidarietà che comprende anche l'angolo dei dolci e degli oggetti (che ci vengono donati).
Il ricavato della vendita viene messo in entrata nel bilancio dell'associazione e utilizzato per le Missioni Salesiane, per iniziative di solidarietà parrocchiali, per aiutare l'oratorio delle FMA, per contribuire alle spese (corrente, fotocopie..) della Casa che ci ospita, per l'autofinanziamento dell'Associazione, per l'acquisto di materiale necessario per eseguire i lavori.
Il laboratorio vuole essere:

- un centro di spiritualità salesiana ed un’esperienza di Chiesa dove ci si esercita nella carità fraterna.

Un luogo dove:

- si riflette sulla vita di Mamma Margherita per approfondire la conoscenza delle sue virtù e innalzare al Signore una preghiera incessante e fervorosa per la sua beatificazione;

- si accresce il senso di appartenenza all’ASC;

- si promuovono e sostengono le attività a favore dei giovani più abbandonati e poveri, i preferiti di don Bosco;

- si accresce lo spirito missionario;

- si dà un aiuto economico per le iniziative del Centro SSCC e per l’ASC in generale.

Il gruppo, pur essendo parte integrante dell’ASC, non è limitato ai soli cooperatori ma è aperto a tutte le persone che ne condividono spirito e finalità. La responsabilità del gruppo è affidata generalmente al Consigliere locale per le missioni; la cassa del Laboratorio “Mamma Margherita” è la stessa del Consiglio locale.

Obiettivo spirituale:

- impegno a conoscere e a diffondere la figura di Mamma Margherita, le sue virtù esemplari

- per chi voglia dedicarsi generosamente alla salvezza dei giovani poveri e abbandonati;

- pratica del lavoro, della preghiera e del servizio educativo come mezzo di santificazione.

Attività e strumenti:

l’incontro, con cadenza settimanale o anche più frequente, è strutturato con:

- un momento iniziale di preghiera;

- lo svolgimento delle attività programmate e/o programmazione delle iniziative da tenersi presso l’oratorio più vicino o la casa salesiana ospitante;

- la lettura della Parola, della vita di Mamma Margherita o di qualche altro santo della FS;

- il saluto e appuntamento al successivo incontro.

Le attività privilegiate sono quelle che aiutano il sostentamento delle opere missionarie e di altre iniziative ecclesiali sul territorio, in sintonia con il Consiglio locale e/o Provinciale dell’ASC, con la CEP dell’istituto salesiano, con il Parroco e gli altri membri della FS. Forte coinvolgimento nella visita ai cooperatori/trici anziani o ammalati.

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